La malattia in agguato per chi abusa di selfie.

 

 

 

Negli Stati Uniti il caso di Hoda Kotb, giornalista e conduttrice su NBC sta facendo storia.

La donna ha raccontato della visita con il suo medico di fiducia che ha associato il dolore al gomito alla sua smisurata passione per i selfie. Ma al di là di singoli casi clinici, nei libri di medicina o negli archivi scientifici il gomito del selfista non è stato codificato.
Sappiamo che il gomito del tennista può sorgere anche fuori dai campi di gioco.
Anche i parrucchieri, ad esempio, possono accusare dolori al braccio dopo intense sessioni di allenamento e tornei, ma non solo. L’epicondilite,  termine tecnico del gomito del tennista, può colpire tutti quelli che sollecitano continuamente polso e gomito portandoli in posizioni  non naturali e forzate.
Anche impugnare lo smartphone, allungare il braccio, flettere il polso e scattare foto potrebbero far comparire questo disturbo?
Non si  esclude che in futuro si potrà arrivare a una descrizione di questa condizione come è già avvenuto per altridisturbi legati all’abuso o all’uso scorretto dei dispositivi tecnologici. 

 

Proprio partendo dall’analogia con il gomito del tennista, in che termini si può parlare di gomito del selfista?
In linea teorica sarebbe una condizione associata al modo in cui si posiziona il corpo. Raramente con i selfie si tiene il polso in estensione come succede al tennista o al golfista che sovraccarica il tendine del muscolo estensore radiale breve del carpo. Chi fa selfie in continuazione potrebbe sovraccaricare i tendini mediali, interni, che agiscono come flessori del polso per muoverlo “verso l’interno”. Se consideriamo poi che l’appassionato di selfie per ogni scatto deve scegliere la migliore angolazione, fa e rifà lo scatto per ottenere quello perfetto, con la luce più adatta, allora qualche rischio potrebbe essere corso.


In caso di abuso di selfie si può arrivare a una prima fase caratterizzata da infiammazione del tendine che potrebbe poi evolvere in un secondo stadio in cui, più che di tendinite, parliamo di tendinosi. Si tratta di una condizione cronica dove all’infiammazione segue la degenerazione delle fibre del tendine: questo fa più fatica ad allungarsi perché le sue fibre sono diventate meno elastiche, ed è quello che succede con il gomito del tennista.
Basta sollecitare a lungo muscoli e tendini del braccio per avvertire dolore in lunghe sessioni di selfie, giorno dopo giorno.

Per tutti vale il consiglio di rivolgersi a uno specialista se si avvertono questi sintomi e di non trascurare il dolore. 
Ma dal medico si potrebbe anche finire perché centinaia di selfie possono portare alla luce un problema nascosto: 

L’abuso di autoscatti può far emergere una condizione latente, come ad esempio una epitrocleite legata a sport come il golf o ad attività lavorative quotidiane che già portano al sovraccarico del tendine. (corriere.it)